Relazioni

La vita di relazione, nella sua fluidità e nei suoi “punti fermi”, rappresenta un rilevante banco di prova e di sperimentazione, una fonte di riconoscimento e di percezione della propria identità.

Costruire “ponti” tra le diverse individualità sembra necessario per ridefinire i propri confini. Le relazioni possono essere ponti, oppure più sottili linee di demarcazione tra Sè e l’altro, in una geografia di rapporti e scambi vissuti, contemporaneamente, come possibilità arricchente e come limitazione o minaccia.

La disponibilità a lasciare che il ponte sia percorribile in entrambe le direzioni, in uscita quanto in entrata, o il grado di sfumatura che caratterizza la linea di confine, sono dimensioni soggettive che incidono sulla visione dello spazio personale e della propria collocazione al suo interno e al suo esterno.

Le difficoltà relazionali che sperimentiamo parlano del bisogno di difendere i nostri territori quanto del nostro desiderio di espansione e annessione. Raccontano della ricerca personale di un territorio più grande e più sicuro, più bello in quanto più vario e meno limitato, con risorse maggiori e disponibili a tutti, rispondente alla propria identità di genere e al proprio orientamento sessuale.

Le relazioni implicano un livello di autonomia e di dipendenza, un grado di responsabilità, di limite, di potere e di possibilità. 

Sostenere la perdita di relazioni significative (lutto, separazione) coinvolge la persona in un processo doloroso, in ultima analisi di ri-definizione di Sé “senza l’altro”. 

Lo Psicologo Clinico propone una modalità di relazione professionale di per sé significativa: strettamente regolata da una cornice anche temporale, la relazione è accogliente e protettiva ma non limitante, giocata sui contenuti dello scambio quanto sulla permeabilità dei confini. 

I contenuti e i vissuti interpersonali raccontano, con forza e intensità variabili, le energie psichiche che ogni persona spende nel relazionarsi e quanto, in questo, si senta capace o carente, libero o ingabbiato, valorizzato o non riconosciuto, gratificato o deluso, arricchito o deprivato. La percezione e la gestione dei confini rimanda, nello stesso modo, a bisogni profondi e categorie valoriali che possono essere più o meno consapevoli, disturbanti o facilitanti, granitici e impermeabili o, invece, in accordo dinamico con le fasi differenti della propria vita psichica e relazionale.

relazioni-dangeloPietro d'angelo - "L'aereoplanino"

Interventi:

  • Coppia
  • Genitorialità
  • Famiglia
  • Identità di genere
  • Separazione

relazioni-homeMinjung Kim - "Void in fullness"